A tavola con i vini Alto Adige DOC – Lagrein

Quando ti accomodi a tavola e nel tuo calice verserai del vino Lagrein, dovrai sapere che non si tratta di un vino qualunque.



Il vino Lagrein è un nettare identitario. Si parla di Lagrein Alto Adige dal 1318! Significa che questo è il vitigno più antico fra quelli documentati e ancora oggi coltivati in Alto Adige.

Sapevi che l’Alto Adige è la regione viticola più antica nell’area di lingua tedesca? Parliamo di 3000 anni di storia! Tuttavia, solo negli anni ‘70 la viticoltura ha vissuto uno slancio che ha potuto mirare a un aumento della qualità, culminato con l’introduzione del disciplinare DOC.

L’estensione della coltivazione del Lagrein è concentrata maggiormente nel territorio di Bolzano, la zona di Alto Adige che ho conosciuto e potuto ammirare coi miei occhi. Uno dei vigneti più estesi che un centro urbano possa accogliere e proprio le uve di questo vigneto sono uve Lagrein.

 Parlo di un vino rosso, anzi nero, come viene definito nel linguaggio enologico. Il vitigno nero è frutto di un incrocio fra il Teroldego e un’altra varietà ancora sconosciuta, probabilmente imparentata con la Schiava, cioè il vino di cui avevo parlato nel primo post dedicato ai vini Alto Adige DOC.

È un vitigno autoctono e grazie a una resa elevata, la coltivazione del Lagrein da subito si rivelò redditizia, aspetto favorito anche dalle condizioni d’irrigazione che le valli di Bolzano già potevano garantire.



Ad avvalorare e attestare i metodi di coltivazione e produzione, agli esordi degli anni ’70 giunse il riconoscimento del marchio DOC; certificazione della quale oggi può fregiarsi il 98% dell’intera superficie viticola dell’Alto Adige.

Potrai sentire parlare del Lagrein come uno dei vini più resistenti allo scorrere del tempo! Ebbene, ti svelo la risposta:

La motivazione sta nella sua resa costante, supportata dalla potenza degli impianti. Hai idea di quante gelate possano verificarsi lassù? Ecco che il Lagrein, quello nero, quasi come una selezione naturale, primeggio su altri vitigni.

I vini prodotti con le uve Lagrein si distinguono in due tipi: il kretzer (rosé) e il Lagrein Scuro, aggettivo oggi non più ammesso nel linguaggio enologico.




Cosa differenzia i due vini? Sostanzialmente i tempi di macerazione del mosto; di appena due o tre giorni nel caso del rosé.

Anche l’occhio vuole la sua parte? Beh, è sufficiente osservare il Lagrein attraverso la luce per godere di tutte le sfumature e le tonalità che questo vino ha in sé. E se è vero che a ogni striatura di colore corrisponde il ricordo e il sentore di qualche preciso ingrediente (vedi la mora, il cioccolato, la ciliegia, la violetta e persino il pane nero), ti basterà chiudere gli occhi e lasciare che fra lingua e palato si sprigionino questi micro mondi.



In un pranzo domenicale avvolto dal silenzio e dai colori di un inverno che ci dà filo da torcere, ci siamo concessi una tavolata all’insegna dei sapori altoatesini. Dal tagliere ricco di gusto con Speck Alto Adige IGP e Formaggio Stelvio DOP, ai miei adorati canederli (mentirei se ti dicessi che attendo unicamente le occasioni speciali per prepararli), stavolta preparati con spinaci, olive taggiasche e qualche cubetto di Formaggio Stelvio DOP.

Come secondo piatto, rosticciata! Carne, cipolle, patate, Speck Alto Adige IGP e tante foglie d’alloro per profumare un piatto ricco di gusto e sostanza.

Per curiosare fra i prodotti di qualità dell’Alto Adige e provare tante buone ricette, ti invito a visitare la pagina Facebook “Südtirol für Feinschmecker

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *